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Solo nove minuti per lo spazio

Il lancio della Soyuz Il fascino del volo è grande, del volo spaziale è enorme.

Ho la fortuna di appartenere a quella generazione che ha il ricordo in prima persona delle missioni lunari del progetto Apollo.
Del primo allunaggio ho un ricordo molto vago, non avevo compiuto ancora sei anni, ma per le missioni successive la memoria è presente.

Oggi inizia la missione di Samantha Cristoforetti, la prima italiana che parteciperà a una missione spaziale.

Su Il Post c’è un bel l’articolo che descrive i nove minuti che separano la terra dallo spazio.

Se tutti i controlli vanno a buon fine, viene dato il via libera per la partenza del razzo, il momento più spettacolare per chi rimane sulla Terra a guardare tre esseri umani seduti su 300 tonnellate di propellente, carburante che brucerà in pochi minuti davanti ai loro occhi.

Quando finisce il conto alla rovescia, i quattro razzi ausiliari (booster) laterali e il razzo del blocco centrale si accendono, mentre i bracci che tenevano ferma lo Soyuz sulla rampa di lancio terminano di aprirsi svincolando il lanciatore. La spinta verticale fornita dai booster fa staccare dal suolo la Soyuz che inizia la sua ascesa. A questo punto, tutto avviene molto rapidamente.

Il lanciatore si inclina e inizia a seguire una parabola che lo porterà a essere orientato già come l’orbita che dovrà seguire la Soyuz dopo avere superato l’atmosfera. Gli astronauti a bordo in questa fase subiscono un’accelerazione di 1,5 g, pari quindi a una volta e mezzo l’accelerazione di gravità media misurata al suolo.

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