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Fine

MaratonaAlla fine, dopo l’ultima curva, si vede il gonfiabile dell’arrivo e, mettendo nelle gambe le pochissime energie rimaste, si cerca di aumenta la velocità e di apparire un po’ meno sfiniti, giusto per poter alzare le braccia al cielo ed esultare commossi.

Diciamo che questo ultimo post della serie “100 post in 100 giorni” è quasi come una maratona. Si è partiti con la speranza di fare il personale, ma poi a un certo punto ci si è accorti che non ci sarebbero state le forze per mantenere un certo ritmo. Allora si rallenta, e quando ci si sente particolarmente sfiniti, si inizia ad alternare il passo con la corsa, ma non si mette mai in dubbio che si taglierà la linea dell’arrivo.

E come da miglior tradizione podistica, terminata una gara si inizia a pensare alla successiva.

100 foto in 100 giorni su Instagram? 100 tweet in 100 giorni?

Adesso ci riposiamo un pochino, poi vedremo.

115 post in 131 giorni
#post 115/115

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Baunei la bella

Due aspetti della stessa bellissima regione della Sardegna: il Supramonte di Baunei.

Se il primo video è il promo, girato in modo molto professionale, per un Trail, il secondo è uno spot per pubblicizzare un’automobile di lusso.

Comune denominatore il paese e la natura di Baunei, perla della selvaggia Sardegna.

UTSS (ENGLISH subtitles) from Luca Sgualdini on Vimeo.

The Cello Player from Michael Schott on Vimeo.

P.S.
Per ottobre del prossimo anno ci sto facendo un pensierino… e non sto parlando della Jaguar.

115 post in 131 giorni
#post 114/115

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Piccoli trail cittadini

Il giro a CalamoscaQuesta mattina corsetta della Befana.

Sono uscito da casa verso Calamosca, che nell’immagine mentale che mi sono costruito è come il giardino posteriore della classica casa americana.

Quello che sta davanti alla casa è quello bello, curato, col prato rasato alla perfezione; in poche parole scontato e noioso.
Invece Il giardino posteriore è quello più originale è un po’ selvaggio. Quello che ti può riservare delle sorprese.

Arrivato alla fine di viale Calamosca ho abbandonato la strada è ho preso il sentiero che sale verso la Sella del Diavolo.
Non l’ho fatto tutto, l’ho solo saggiato per un futuro prossimo.


113 post in 126giorni
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Il giro da sfigato

E’ necessario cercare stimoli e obiettivi, quindi cosa c’è di meglio se non iscriversi a una gara impegnativa?

C’è la Lavaredo Ultra Trail, che già nel nome include la parola “ultra” che sta a significare roba-un-po’-marziana.
119 chilometri, su e giù per le Dolomiti, con un dislivello positivo di 5.850 m da concludersi in massimo 30 ore.

Poi c’è la Cortina Trail che sono solo 47 chilometri per un dislivello positivo di 2.650 m da fare in un massimo di 12 ore.
Praticamente il giro da sfigati della Lavaredo.

Io mi sono iscritto alla seconda!

Ho tempo per prepararmi, ho tempo sino al 26 giugno per cercare di portarla a termine con un minimo di dignità.

Rimando a un prossimo post il mio punto di vista riguardo il trail.

113 post in 126giorni
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Christmas Runners

 Poetto, Marina Piccila e Sella del DiavoloLa communità dei runners ha i sui riti e le sue stravaganze. Uno di questi è poter dire di essere andati a correre nei luogo o nei momenti particolari.

Io, per non essere meno, questa mattina, oggi che è  Natale, sono uscito a correre.

Non era presto, saranno state le nove, ma c’era pochissima gente per strada. Giusto qualche altro raro fanatico par mio.

Anche se il cielo rimaneva coperto, il mare al Poetto era bellissimo.

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Alba sull’Appia

Appia AnticaC’è un’unica maniera per andare a correre la mattina e vincere la pigrizia: prendere appuntamento con un’altra persona.

Questa mattina con un collega l’appuntamento era alle 6.50 nella hall dell’hotel.
La sera prima gli avevo promesso di portarlo sull’Appia Antica.

Anni fa mi ero messo di buzzo buono per capire dove passare per arrivarci. Sapevo di trovarmi vicino, ma non sapevo ancora che strada fare.
Grazie a Google Earth è un po’ di pazienza ero arrivato a tracciare il percorso.

La sveglia mattutina è stata premiata da un’alba dai colori spettacolari che si rifletteva sul lastricato di oltre duemila anni.

111 post in 122 giorni
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Obiettivi cercasi

Settimane abbastanza pesanti di lavoro e fine settimana densi di impegni. La voglia di correre latita.

Sarà la mancanza di motivazioni o di obiettivi, sta di fatto che i chilometri corsi sono decisamente pochi.

Passerà, passerà anche questo periodo, come sono passati gli altri.

107 post in 114 giorni
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Di legno come Pinocchio

New York City marathonChe simpaticoni quelli del New York Times.

Ricordo un video in una certa misura simile con lo scopo di pubblicizzare e motivare un’altra maratona, potrei sbagliare ma ricordo quella di Boston.

Era giocato sul giorno dopo la maratona, in cui una serie di persone con evidenti problemi di mobilità nel compiere i gesti di tutti i giorni si scopriva molto complici. Questo perché senza scambiarsi una parola si sentivano parte della stessa esperienza.

Personalmente ricordo i minuti dopo la mia prima maratona, sempre a New York. Dopo aver tagliato il traguardo è iniziata la vera sofferenza.

Un lungo e lento calvario per ritirare la borsa col cambio lungo una fila che si muove lentissimamente. I muscoli che iniziano a fare veramente male. Un male diffuso e distribuito.

Poi il giorno dopo era difficile anche scendere dal marciapiede.

Ma tutto ciò non era importante. Quello che veramente era importante era che tu avevi corso per 42,195 metri ed avevi finito una maratona.

103 post in 106 giorni
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La stagione della NYCM

NYCM2009Domenica si correrà la maratona di New York e sui social già da alcuni giorni stanno comparendo le foto di alcuni amici che sono li per correrla.

Io posso dire di aver avuto la fortuna di correrla per tre volte.
La prima volta nel 2006 fu la mia prima maratona.

Provo un che di invidia e nostalgia per chi è la.

La prima definizione dopo averla corsa è stato: “E’ un circo”.

Questo breve video da una idea del perché sia una festa per chi la corre e per chi fa da pubblico.

Credo che domenica, come già altre volte ho fatto, mi metterò davanti al TV per seguirla.

103 post in 106 giorni
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Ho vinto il Casto

Alpstation Monte Casto TrailCominciamo a raccontare un po’ da lontano.

L’ultima maratona che ho corso risale al 2012 e la qualità degli allenamenti e della forma fisica è andata lentamente ma inesorabilmente a decadere.

È’ iniziata una serie di piccoli e fastidiosi infortuni che sono stati a volte il motivo e a volte la scusa per non uscire a correre.
Praticamente la crisi del settimo anno podistico.

Per dare una svolta alla cosa bisogna trovare delle motivazioni e cosa c’è di meglio se non porsi un traguardo sfidante. Estremamente sfidante!

La versione breve del Trail del Monte Casto, la 21 chilometri D900+, cioè 900 metri di dislivello positivo, cioè la somma delle salite arriva a sommare 900 metri, l’avevo corsa lo scorso anno. Era stato il mio esordio nel mondo del trail.

Ero reduce da una fastidiosissima sciatalgia che mi aveva perseguitato è fatto soffrire per diversi giorni. Partivo ripetendomi il mantra: “Per quanto poco allenato 21 chilometri si fanno anche camminando”.
Una volta terminata dissi a mia moglie che mi attendeva al traguardo che ero stanco come se avessi corso una maratona.

Era stato gettato un seme, dentro di me una vocina diceva: “Se hai fatto la 21 se vuoi puoi fare la 46”.

Per farla breve, ottobre si avvicina e anche se la forma non è smagliante, almeno è da un po’ che sto bene, dopo un inverno scandita dal nervo sciattico. Cedendo agli inviti e alle tentazioni di amici DRS, benedetto Ghirlanda, con tanti dubbi e tante perplessità mi iscrivo.