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Il nulla si riempie di se

WathappIn rete e non solo oggi si è fatto un gran parlare di Whatsapp che ha introdotto la doppia spunta blu per notificare al mittente che il suo messaggio è stato letto (e io scrivendo questo post mi unisco alla folta schiera).

Il mio primo pensiero è stato un roboante ‘sti cazzi’. Solo dopo mi sono soffermato a pensare che per dedicare articoli e tante parole su questo tema tanto bene non siamo messi.

Da tempo sono arrivato alla conclusione che stampa, radio e TV abbiano compiuto un livellamento verso il basso pur di continuare in qualche modo a tirare avanti con i bilanci. Sono tristemente passati in tempi in cui si cercava di far crescere il proprio pubblico con una offerta di qualità.

Alla fine non si dice niente, ma lo si dice benissimo.

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Di legno come Pinocchio

New York City marathonChe simpaticoni quelli del New York Times.

Ricordo un video in una certa misura simile con lo scopo di pubblicizzare e motivare un’altra maratona, potrei sbagliare ma ricordo quella di Boston.

Era giocato sul giorno dopo la maratona, in cui una serie di persone con evidenti problemi di mobilità nel compiere i gesti di tutti i giorni si scopriva molto complici. Questo perché senza scambiarsi una parola si sentivano parte della stessa esperienza.

Personalmente ricordo i minuti dopo la mia prima maratona, sempre a New York. Dopo aver tagliato il traguardo è iniziata la vera sofferenza.

Un lungo e lento calvario per ritirare la borsa col cambio lungo una fila che si muove lentissimamente. I muscoli che iniziano a fare veramente male. Un male diffuso e distribuito.

Poi il giorno dopo era difficile anche scendere dal marciapiede.

Ma tutto ciò non era importante. Quello che veramente era importante era che tu avevi corso per 42,195 metri ed avevi finito una maratona.

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I fratellini di Tron

Arkanoid

Non ho mai fatto veramente dei conti seri, ma credo di aver speso svariate centinaia di migliaia di lire in flipper e videogiochi.

Con i flipper mi sono fermato quando da elettromeccanici sono diventati molto più elettronici e sopratutto quando da cinque sono passati a tre palline per partita.

Con i videogiochi ho invece vissuto la parabola iniziale. Dal primissimo Pong allo stragiocato Space Invaders.

Ricordo un viaggio a Parigi nel 1980 dove vidi per la prima volta Galaxy, una evoluzione bellissima dei marzianetti.

Internet Archive è uno strano sito che già in precedenza conoscevo come archivi storico di siti internet.

Oltre a questo ha una sezione dove archivia varie emulazioni di giochi arcade:
https://archive.org/details/internetarcade

Sono tanti fratellini del cinematografico Tron.

E’ possibile giocare anche dal proprio browser.

Rimango sempre affascinato da cosa si riusciva a fare con l’hardware del tempo.

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Dove dormono i doodle

DoodleDove vanno a finire i doodle il giorno dopo la loro comparsa?

Si, perché loro hanno l’effimera vita di un giorno. Appaiono oggi, ma domani non ci saranno. Ieri c’erano, ma ora non più.

Su google.com/doodles si trova la vasta collezione dei diversi doodle apparsi, compresi quelli pubblicati in nazioni diverse da USA o Italia.

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Imperial March

Darth VaderLa saga di Star Wars la considero qualcosa legato alla mia generazione, per intenderci quella dei baby boomers italiani degli anni 60.

Per una personale associazione di idee la lego all’alba dell’informatica personale. Giusto per capirci, quella che ha visto nascere e crescere il PC IBM e il MacIntosh Apple.

Non so se il primo ad attribuire dei temi musicali ai personaggi principali sia stato Sergio Leone nei suoi western, ma nella saga ci sono dei temi che vanno a ripetersi.

Dopo quello legato ai titoli di testa, quelli in con le scritte che scorrono e vanno a perdersi in una prospettiva all’infinito, c’è la marcia imperiale, quella legata al cattivissimo.

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Un bel fumettone

GuardianiGalassiaSono andato a vedere “I Guardiani della Galassia” e fortunatamente era esattamente quello che mi aspettavo, ovvero un bel fumettone fatto diventare un buon film d’azione.

Come ho scritto in un precedente post per il film Lucy, anche questo film era ben bilanciato. Ormai non sopporto più gli eterni inseguimenti o gli infiniti scazzottamenti.

Non ho mai letto il fumetto, ma sono sempre in tempo per fare ammenda.

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La stagione della NYCM

NYCM2009Domenica si correrà la maratona di New York e sui social già da alcuni giorni stanno comparendo le foto di alcuni amici che sono li per correrla.

Io posso dire di aver avuto la fortuna di correrla per tre volte.
La prima volta nel 2006 fu la mia prima maratona.

Provo un che di invidia e nostalgia per chi è la.

La prima definizione dopo averla corsa è stato: “E’ un circo”.

Questo breve video da una idea del perché sia una festa per chi la corre e per chi fa da pubblico.

Credo che domenica, come già altre volte ho fatto, mi metterò davanti al TV per seguirla.

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L’invasione delle cavallette!

Ci sono dei film, o meglio gli spezzoni all’interno di alcuni film che abbiamo amato, che sono diventati un classico.

Spesso in seguito fanno parte di un linguaggio per iniziati. Se fai parte di una certa elite capisci al volo l’intera sequenza dalle prime tre battute.

Se dici: “Ero rimasto senza benzina, avevo una gomma a terra, …” solo quelli che possono capire sanno di cosa stai parlando.

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La palla di fuoco

AntaresOgni tanto purtroppo succede, ma almeno questa volta non ci sono state vittime.

Probabilmente molti hanno ancora impresso nella memoria le immagini dell’esplosione durante le fasi di decollo dello Space Shuttle Challanger nel gennaio del 1986 o le immagini della disintegrazione al rientro del Columbia a febbraio 2003.

Potrei dire una inesattezza, ma in questi due incidenti c’è stato il maggior numero di vittime legate alle missioni spaziali americane.

Il film Apollo 13 racconta nella sua spettacolarizzazione dell’evento, un incidente mortale evitato, relegandolo la cosa alla sola categoria di incidente.

La cosa peggiore capitata in precedenza fu la tragedia a terra, durante una delle prove generali prima della messa in orbita, dell’Apollo 1. Prese fuoco il modulo di comando uccidendo l’intero equipaggio.

Ogni tanto mi capita di ragionare su due cose: la prima è che per riuscire ad allontanarsi dall’orbita terrestre il razzo è scomposto principalmente di propellente e solo in piccola parte da equipaggio o materiali da portare in orbita. La differenza del vettore da una enorme bomba è infinitesimale.
La seconda è che ancora oggi il calcolo della trattoria balistica è fondamentale perché l’oggetto che lascia la terra vada regolarmente a occupare l’orbita prestabilita.

Un errore di calcolo e il nostro bell’oggettino va o a disintegrarsi nell’atmosfera o a perdersi da qualche parte nel freddo spazio esterno.

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Il labirinto del mobile

IkeaIeri ero l’Ikea di Carugate a Milano.
L’organizzazione e la filosofia di questa catena di negozi non finisce mai di stupirmi.

Tralasciamo l’estrema razionalizzazione costruttiva, quella secondo cui tu acquisti un mobile e poi lo monti tu a casa.
Intere generazioni di comici hanno costruito spassosissimi monologhi in merito.

Quello che mi genera un sentimento di ammirazione è la disposizione del negozio.
In una pianta rettangolare viene organizzato una sorta di labirinto, un percorso che si avvolge su se stesso che per te che lo percorri è come una lunga unica galleria.

Questa estate sono stato in vacanza in Danimarca e un sera abbiamo deciso di fare il ponte che collega Copenaghen alla città svedese di Malmo.
Una volta che ci siamo trovati nella patria dell’Ikea abbiamo deciso che era necessario fare una visita al negozio locale.
Farsi una foto sul letto Malm a Malmo era un’occasione da non perdere.
Lo davo quasi per scontato, ma ho avuto la conferma, ovvero sia il negozio che la merce venduta era la stessa identica a quella che si trovi in un qualsiasi store italiano e credo anche mondiale.

Neppure la Coca-Cola è uguale in tutto il mondo.
Ikea ha realizzato la globalizzazione molto prima che fosse di moda parlarne.

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