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Piccole pillole di satira geniale

avanziC’era una volta una certa televisione che da tempo abbiamo perso.

Una certa forma di par condicio penosamente bacchettona ha messo un velo pesante a un ramo creativo.

Per una certa generazione dire “C. Ti tocchi” era un rimando sicuro a una certa gag.
Parlare di film “de paura”, storpiare il nome dell’allora calciatore Baiaaaano era nel linguaggio comune.

Probabilmente uno pezzo di televisione come quello che segue, meno di un minuto, era più efficace di anni di femminismo militante.

Anche il cinema e i suoi tic non venivano perdonati.

Era politicamente scorretto?
Si, probabilmente si, ma era quello il bello.

Forse solo Crozza oggi si avvicina a quel tipo di televisione che oramai è andata perduta.

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Piratare il futuro

mac_1984_ad_collage_medCi sono dei momenti in cui si vivono delle accelerazioni della società, degli scalini, dei cambiamenti che trasformano il nostro modo di vivere.

Spesso di questo ci si rende conto dopo qualche tempo, non mentre si vivono.

Io vivo e lavoro nell’informatica. Un mondo di per se molto veloce e quindi di natura molto soggetto a cambiamenti. Ma la tecnologia si vive nel banale di tutti i giorni.
Per fare un esempio: saremo mai disposti ad acquistare una automobile con l’alzacristalli a manovella? Ormai l’alzacristalli elettrico è considerato uno standard e non un optional su cui ragionare l’opportunità d’acquisto o meno.

Oggi difficilmente valutiamo se acquistare un telefonino che non si colleghi a internet. Internet stessa venti anni fa era conosciuta e utilizzata da una sparuta cerchia di appassionati e ignorata dalla massa.
Possiamo pensare a una vita senza telefonia mobile? Tutti diciamo che forse si viveva meglio senza, ma pochissimi sono disposti a rinunciarci veramente.

Da ragazzo ho vissuto la rivoluzione del personal computer. Nel 1983 ho pestato per la prima volta su una tastiera per vedere comporsi i caratteri su un monitor monocromatico a fosfori verdi. Avevo diciannove anni. Prima l’unica tastiera che avevo usato era quella di una macchina da scrivere totalmente meccanica Olivetti.

C’è un film che descrive quegli anni e ne disegna l’epica. Si intitola I pirati della Silicon Valley.

Disegna le vite parallele di due personaggi che hanno in parte disegnato il futuro che non è altro che il nostro momento attuale: Bill Gates e Steve Jobs.

Avendo un po’ di tempo a disposizione, ne vale la pena.

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Un Anello per ghermirmi

The RingPartendo da questo post di Franz, mi sono domandato quale libro negli ultimi anni avesse scatenato maggiormente la mia fantasia.

Dopo una breve riflessione sono arrivato alla conclusione che Il Signore degli Anelli sia l’opera che più mi abbia colpito nell’età adulta.

E questo molto prima che venissero prodotti i tre film.

Quello che mi colpì maggiormente dopo la prima lettura fu lo spessore della storia. La sensazione fu che in un libro di 1200 pagine fosse raccontata una porzione precisa e delimitata di un mondo molto più ampio e articolato.

Questa sensazione in seguito ha avuto conferma quando, approfondendo la conoscenza dell’opera di J.R.R. Tolkien, sono arrivato a leggere Il Silmarillon.

Il Signore degli Anelli è uno dei pochi libri che al lor termine mi hanno lasciato una profonda sensazione di assenza, uno di quei libri che avresti voluto che non finissero mai.

Tre Anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende,
Sette ai Principi dei Nani nelle lor rocche di pietra,
Nove agli Uomini Mortali che la triste morte attende,
Uno per l’Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra,
Nella Terra di Mordor, dove l’Ombra nera scende.
Un Anello per domarli, un Anello per trovarli,
Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli.
Nella Terra di Mordor, dove l’Ombra cupa scende.

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Le due verità

sottolapioggiaCome spesso accade, per uno stesso fatto ci sono più punti di vista.

Nel mio vissuto personale, ieri mi sono alzato alle sei del mattino per mettermi in macchina, fare una ventina di chilometri e andare in solitudine a correre per boschi e sentieri; sentieri che non sono mai stati più di dieci metri in piano. Potevano essere o in ripida salita o in ripida discesa, e tra le due cose non sempre la scelta è scontata.

Faccio un altro esempio: circa un anno fa ho partecipato al mio primo trail, la versione breve del trail del monte Casto. Ventun chilometri per circa novecento metri di dislivello positivo.
Era una giornata nuvolosa ma mite. Alcuni amici presenti mi hanno fatto notare che l’anno precedente si erano divertiti molto di più, c’era tanto fango e, saliti un po’ in quota, anche della neve.

Per cui in alcuni casi è vero il contrario: per far rimanere certe persone a casa al calduccio sotto le coperte bisogna minacciare loro e le loro famiglie.

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Andando per sentieri

Su CunventuSveglia alle sei per andare a correre per sentieri.
È’ stata una uscita di tre ore abbondanti per fare quindici chilometri circa.

Percorso piuttosto impegnativo sia come pendenza che come fondo, per la maggior parte sconnesso e pietroso.

Le gambe ora dolgono, ma recupereranno in un giorno.

Prossimo appuntamento tra due domeniche.

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Altro giro, altro anno scaut

E per un’ altra volta si inizia. Da quel 17 settembre 1982 sono passati trentadue anni. Da quel primo anno Scaut. Da quella prima volta che ho messo piede in sede.
Ricordo che era un venerdì.

Le esperienze sono state veramente tante. Col tempo anche le responsabilità assunte.

Qualche alto e basso, ma sempre presenti, sempre convinti che il modello di vita proposto fosse valido.

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Agnese dolce Agnese

Ivan Graziani ha fatto da colonna sonora di una buona parte della mia adolescenza. Sicuramente lui tra i suoi contemporanei non è quello che ha lasciato una traccia molto evidente, ma alla fine degli anni ’70 ha scritto alcune cose che ancora oggi hanno un valore.

Da una parte c’era Baglioni, con i suoi amori da cartolina e da oratorio, dall’altra c’erano Graziani, Bennato, De Andrè.
Era una scelta di campo.

http://youtu.be/M27HtXQta8A

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Dacci oggi il nostro stimolo quotidiano

RaceTheTubeNella nostra quotidianità abbiamo bisogno costantemente di stimoli per crescere o per semplicemente affrontare la mediocrità della routine.
Questo vale sia per il lavoro che per la propria vita privata. Quante volte ci è capitato di vedere delle altre persone che non mettono un briciolo di passione nel lavoro che svolgono o che sono sopraffatte e soverchiate dalla noia.

Quando vedo dei video come quello qui sotto, prima sono affascinato dall’impresa in se, poi inizio ad allargare il punto di vista e perso alla preparazione, a quanti allenamenti sono stati necessari, alla misurazione dei tempi medi che impiega la metro a fare quelle due stazioni, alla scelta di quelle due particolari stazioni, al momento in cui è nata l’idea di fare questa scemenza.

Ecco, spesso ci si ferma all’idea. Immagino questa situazione: sera tra amici, una pizza e delle birre. Si scherza e si dicono stupidaggini a ruota libera sino a quando una, forse quella che in principio poteva sembrare la più grossa, prende forma, supera la soglia della fantasia e inizia a diventare progetto.

Ecco, credo che nella propria vita sia necessario ogni tanto trasformare una sciocchezza in un progetto. Alle volte fine a se stesso, ma che ci faccia gustare il potere di trasformare un sogno in realtà.

P.S.
Conosco una persona che in una situazione analoga ha fatto una discesa in corda doppia da un terrapieno di un bastione in pieno centro storico cittadino. Così, senza un vero senso, per il gusto di dare forma a un’idea.

Ispirazione qui.

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Mare mare mare voglio annegare… – 2014-09-14

Alcuni giorni fa, in questo post, scrivevo della mia passione per i time lapse.

Domenica scorsa, in un momento di noia balneare, ho sperimentato una nuova app collegata a Instagram che serve giust’appunto per realizzare dei time lapse.
Il risultato è qui sotto.

Il nome dell’app è hyperlapse e tutto sommato assolve bene il compito che deve portare a termine.

Altre volte ho utilizzato iMotion, altra validissima app, che però non ha la possibilità di esportare il risultato direttamente su Instagram.

Ad entrambe manca una caratteristica fondamentale: la possibilità di poter regolare il tempo di scatto.
Mi spiego meglio. Tutti i video realizzati con queste app hanno un movimento poco fluido perchè non c’è la possibilità di avere l’effetto mosso in ogni singolo fotogramma.
L’ideale sarebbe che quello che si sposta lentamente sia ben definito e “fermo”, mentre tutto ciò che ha un movimento più veloce sia “mosso”.
Per capirci: la nuvola che scorre in cielo o un fiore che sboccia deve risultare “fermo” in ogni singolo fotogramma, mentre il flusso del traffico su una strada deve risultare “mosso” in modo che nel montaggio si abbia la percezione del movimento.

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Mare mare mare voglio annegare…
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Correndo nella bergamasca

runtasticIl mio lavoro ha diversi aspetti negativi: orari molto poco definiti che hanno la tendenza a sforare sia per quanto riguarda quello di inizio che quello di fine; sede di lavoro molto varia, per ora solo l’Italia ma non escludo in un futuro che possa espandersi anche in Europa.

Questo per chi lo vede dall’esterno. Per me spesso questi sono aspetti positivi. In buona sostanza è un lavoro che rifugge la ripetitività e la routine.

Se sono in un posto nuovo, come in questa settimana, si pongono diverse questioni da risolvere: trovare un hotel decente che allo stesso tempo non sia troppo costoso; trovare anche dei luoghi dove mangiare, la mattina in maniera meno impegnativa e più veloce mentre la sera più tranquilla e di qualità.

Non ultimo trovare dei posti dove, quando vinco la pigrizia, andare a correre.
Questo pomeriggio sono uscito all’avventura, nel senso che non avevo idea di cosa avrei trovato.
Infatti dopo qualche chilometro sulla ciclabile che costeggia la provinciale, mi sono avventurato su parallele e traverse che mi hanno dato più soddisfazione.

Alla fine sono venuti fuori dieci chilometri ad un ritmo apprezzabile.

Probabilmente giovedì si replicherà.

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