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Altro giro, altro anno scaut

E per un’ altra volta si inizia. Da quel 17 settembre 1982 sono passati trentadue anni. Da quel primo anno Scaut. Da quella prima volta che ho messo piede in sede.
Ricordo che era un venerdì.

Le esperienze sono state veramente tante. Col tempo anche le responsabilità assunte.

Qualche alto e basso, ma sempre presenti, sempre convinti che il modello di vita proposto fosse valido.

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Agnese dolce Agnese

Ivan Graziani ha fatto da colonna sonora di una buona parte della mia adolescenza. Sicuramente lui tra i suoi contemporanei non è quello che ha lasciato una traccia molto evidente, ma alla fine degli anni ’70 ha scritto alcune cose che ancora oggi hanno un valore.

Da una parte c’era Baglioni, con i suoi amori da cartolina e da oratorio, dall’altra c’erano Graziani, Bennato, De Andrè.
Era una scelta di campo.

http://youtu.be/M27HtXQta8A

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Dacci oggi il nostro stimolo quotidiano

RaceTheTubeNella nostra quotidianità abbiamo bisogno costantemente di stimoli per crescere o per semplicemente affrontare la mediocrità della routine.
Questo vale sia per il lavoro che per la propria vita privata. Quante volte ci è capitato di vedere delle altre persone che non mettono un briciolo di passione nel lavoro che svolgono o che sono sopraffatte e soverchiate dalla noia.

Quando vedo dei video come quello qui sotto, prima sono affascinato dall’impresa in se, poi inizio ad allargare il punto di vista e perso alla preparazione, a quanti allenamenti sono stati necessari, alla misurazione dei tempi medi che impiega la metro a fare quelle due stazioni, alla scelta di quelle due particolari stazioni, al momento in cui è nata l’idea di fare questa scemenza.

Ecco, spesso ci si ferma all’idea. Immagino questa situazione: sera tra amici, una pizza e delle birre. Si scherza e si dicono stupidaggini a ruota libera sino a quando una, forse quella che in principio poteva sembrare la più grossa, prende forma, supera la soglia della fantasia e inizia a diventare progetto.

Ecco, credo che nella propria vita sia necessario ogni tanto trasformare una sciocchezza in un progetto. Alle volte fine a se stesso, ma che ci faccia gustare il potere di trasformare un sogno in realtà.

P.S.
Conosco una persona che in una situazione analoga ha fatto una discesa in corda doppia da un terrapieno di un bastione in pieno centro storico cittadino. Così, senza un vero senso, per il gusto di dare forma a un’idea.

Ispirazione qui.

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Mare mare mare voglio annegare… – 2014-09-14

Alcuni giorni fa, in questo post, scrivevo della mia passione per i time lapse.

Domenica scorsa, in un momento di noia balneare, ho sperimentato una nuova app collegata a Instagram che serve giust’appunto per realizzare dei time lapse.
Il risultato è qui sotto.

Il nome dell’app è hyperlapse e tutto sommato assolve bene il compito che deve portare a termine.

Altre volte ho utilizzato iMotion, altra validissima app, che però non ha la possibilità di esportare il risultato direttamente su Instagram.

Ad entrambe manca una caratteristica fondamentale: la possibilità di poter regolare il tempo di scatto.
Mi spiego meglio. Tutti i video realizzati con queste app hanno un movimento poco fluido perchè non c’è la possibilità di avere l’effetto mosso in ogni singolo fotogramma.
L’ideale sarebbe che quello che si sposta lentamente sia ben definito e “fermo”, mentre tutto ciò che ha un movimento più veloce sia “mosso”.
Per capirci: la nuvola che scorre in cielo o un fiore che sboccia deve risultare “fermo” in ogni singolo fotogramma, mentre il flusso del traffico su una strada deve risultare “mosso” in modo che nel montaggio si abbia la percezione del movimento.

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Mare mare mare voglio annegare...<br /><br /><br />#hyperlapse #marginerosso #selladeldiavolo #sea #poetto #sun #beach #summer #sardegna #sardinia #italy #italia #picoftheday #instagood #photooftheday #instamood #iphonesia #instaitalia #igersardegna #igersitalia #poldo_
Mare mare mare voglio annegare…
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Correndo nella bergamasca

runtasticIl mio lavoro ha diversi aspetti negativi: orari molto poco definiti che hanno la tendenza a sforare sia per quanto riguarda quello di inizio che quello di fine; sede di lavoro molto varia, per ora solo l’Italia ma non escludo in un futuro che possa espandersi anche in Europa.

Questo per chi lo vede dall’esterno. Per me spesso questi sono aspetti positivi. In buona sostanza è un lavoro che rifugge la ripetitività e la routine.

Se sono in un posto nuovo, come in questa settimana, si pongono diverse questioni da risolvere: trovare un hotel decente che allo stesso tempo non sia troppo costoso; trovare anche dei luoghi dove mangiare, la mattina in maniera meno impegnativa e più veloce mentre la sera più tranquilla e di qualità.

Non ultimo trovare dei posti dove, quando vinco la pigrizia, andare a correre.
Questo pomeriggio sono uscito all’avventura, nel senso che non avevo idea di cosa avrei trovato.
Infatti dopo qualche chilometro sulla ciclabile che costeggia la provinciale, mi sono avventurato su parallele e traverse che mi hanno dato più soddisfazione.

Alla fine sono venuti fuori dieci chilometri ad un ritmo apprezzabile.

Probabilmente giovedì si replicherà.

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O Luna, pallida Luna

Il post di Franz di rientro dal Tor des Geants, mi ha fatto tornare in mente le tante volte in cui con gli scaut mi son trovato a camminare la notte sul sentiero illuminato dalla sola luce della Luna.

E’ qualcosa di speciale e magico. Dopo che hai spento la tua torcia, che un minuto prima ti è servita per vedere dove mettere i piedi, hai bisogno di una manciata di secondi perché i tuoi occhi si abituino alla nuova situazione.

Passato questo tempo inizia lo spettacolo. Prima il tuo campo visivo era limitato dal solo cono di luce artificiale della torcia, ora invece si apre a tutto il mondo che hai intorno.
E’ come se ci fosse un sole che irradia una luce molto differente, forse più fredda ma sicuramente più morbida.
Magica e speciale.

Notti intere sotto una luna di vetro
Il vento fischia e sussurra, fischia e sussurra
Come Cavalieri su strada nuova avanziamo, avanziamo
Il fuoco scalda le notti, accende giustizia nei nostri cuori

 

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A me mi piacciono gli EELST

Elio e PaolaDa poco è stata pubblicato uno studio che è arrivato a conclusioni a cui io ero già giunto nella mia totale empiricità.
Il risultato di questo studio ha occupato per diversi giorni uno dei boxini della colonna di destra dei più titolati quotidiani nazionale online.
Per intenderci, ha fatto compagnia a diversi scoop tipo: Belen sorpresa nuda, galleria fotografica del tronista di turno sorpreso in atteggiamento lascivo con una delle partecipanti del grande fratello numero sette.
Insomma, parliamo di cultura e scienza con la “c” maiuscola.

In breve, nell’articolo ci veniva spiegato come la musica che ascoltiamo nell’adolescenziale, ovverosia i gusti musicali che maturiamo in quella fascia d’età siano quelli che ci portiamo avanti per il resto della nostra vita.

Il mio bagaglio di De Andrè, Bennato, Graziani, Genesis, Pink Floyd arrivano dritti dritti dalla mia fascia 13-18 anni. Il resto spessissimo è noia.

Poi come rara eccezione c’è qualcosa che si aggiunge dopo i 25 anni.

Una di queste sono gli Elio e le storie tese.
Non ho memoria di quando li ho ascoltati per la prima volta, ma so per certo che è stata una folgorazione. E questo ancora prima che fossero conosciuti dal vasto pubblico dopo il primo Sanremo.

Il video che segue serve a comprendere perchè li reputi dei geni.

P.S.
Feiez non ti dimenticherò mai.

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Cagliari Urban Trail

imageSopratutto i polpacci risentono delle salite e delle scale fatte durante la gara.

Cagliari è una città diversamente piana e già il fatto che, un poco invidiosa della più titolata Roma, vanti anche lei d’avere sette colli doveva farmi sospettare qualcosa.

I trail sono competizioni corse per sentieri e spesso per impervie vie di montagna. Ergo un urban trail perde la caratteristica dello sterrato ma mantiene la qualità principe, ovvero farsi vanto di non avere più di duecento metri in piano.

Fuor di metafora, mi sono divertito a partecipare a questa manifestazione organizzata a Cagliari.
Poco meno di otto chilometri in 52 minuti. Tutto sommato una buona prestazione per il tipo di percorso e la mia preparazione.

Ottima scelta scenografica da parte dell’organizzazione. Tutti con la magliettina tecnica giallo evidenziatore con le bande catarifrangenti e con una torcia frontale a illuminare i sentieri d’asfalto cittadini.
Sopratutto alla partenza e lungo i primi chilometri, quando il gruppo iniziale non si era ancora allungato, il colpo d’occhio era d’effetto.

Abbiamo corso principalmente nel centro storico, per i quartieri più multietnici di Cagliari e più dedicati alla ristorazione.

E’ stato divertente vedere il ragazzo pakistano o senegalese sulla soglia di casa che un po’ stupito osserva il fiume di magliette gialle correre nella notte calda di fine estate.

E’ stato divertente anche correre e sfiorare i tavoli dei ristoranti occupati da avventori che mentre tu sudi e imprechi per l’ennesima salita si cacciano in bocca l’ennesima forchettata di spaghetti alla bottariga.

Unico neo: ma porca di quella zozza, ma un ristoro a metà percorso no?
Non chiedo gli integratori, non pretendo lo spugnaggio, ma un bicchiere d’acqua al quarto chilometro no?

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Diversamente volatile

Il pinguino
Localizziamo: Legoland, Billund, Danimarca.

A Legoland, a parte i miliardi di mattoncini, c’è una vasca dove nuotano dei pinguini.

La percezione generale non è tra le migliori, capita sempre così quando vedi un animale in gabbia, anche se non ci sono fisicamente delle sbarre.

Quello che ti colpisce è vedere quanto siano sgraziati fuori dall’acqua e quanto siano eleganti e aggraziati in acqua.

Ognuno di noi ha bisogno del proprio elemento per mostrare la propria grazia.

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NYC photo

11 settembre

wtcOggi è l’undici settembre. Sicuramente i TG sbrodoleranno il solito rosario composto dalle immagini del disastro di 13 anni fa.

A me piace cercare di ricordare il maggior numero di dettagli della volta che ci sono stato, a fine dicembre 2000. Poco meno di un anno prima che scomparissero.

Molte sensazioni me le ha riportate alla memoria questo articolo de Il Post di oggi: Le ultime foto delle Torri Gemelle, dentro.
Racconta una storia particolare, la storia di un ragazzo estone, appassionato di fotografia, che andò a lavorare come manutentore per il ristorante che stava all’ultimo piano della torre nord, il “Windows on the World”.

Oltre ad essere corredato da una bella galleria fotografica, l’articolo è ben fatto e ha un finale a sorpresa.

Per ricordare invece cosa è successo e godersi un’altra gallery consiglio un articolo del NYC-Site.com: Ricordiamo insieme l’11 settembre 13 anni dopo

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